GLI  SCITI

DALLA SIBERIA AL MAR NERO

 

Véronique Schiltz

 

UNIVERSALE  ELECTA/GALLIMARD

STORIA E CIVILTÀ

 

Un popolo nomade delle lande siberiane che non fu mai dominato da alcuno, la cui storia è raccontata dai “kurgan”, imponenti sepolture di re, ricche di oggetti in oro, e dai resoconti di alcuni storici antichi. Di “Erodoto” riportiamo le seguenti descrizioni:

 

PAROLA DI ERODOTO

 

[59] I costumi degli sciti sono i seguenti: i soli dèi che essi invocano sono soprattutto Estia, poi Zeus e Ge, che essi reputano moglie di Zeus, poi Apollo, Afrodite celeste, Eracle e Ares; questi son comuni a tutti gli sciti, mentre gli sciti regi fan sacrifici anche a Posidone. In lingua scita Estia si chiama Tabiti; Zeus, molto giustamente a mio parere, si chiama Papeo; Ge Api, Apollo Getosiro; Afrodite celeste, Argimpasa; Posidone, Tagimasada. Non sogliono costruire simulacri, altari o templi tranne che ad Ares, per il quale lo fanno normalmente.

 

[60] Il sacrificio è uguale per tutti e per tutte le cerimonie, e avviene così: la vittima, con i piedi anteriori legati, sta ritta in piedi; dietro a essa il sacrificante in piedi tira il capo della corda e la fa cadere, e mentre essa cade egli invoca il dio cui vien offerto il sacrificio; poi le avvolge una corda intorno al collo, vi mette un bastone e girandolo la strozza, senza accendere il fuoco, né far altri preparativi o libagioni; una volta strozzata la vittima viene scuoiata e messa a cuocere.

 

[61] Poiché la Scizia è assolutamente priva di legno essi per cuocere le carni fanno così: dopo scuoiata la vittima ne spolpano le ossa e poi la mettono, se ne dispongono, nei loro lebeti che assomigliano assai ai crateri di Lesbo, ma son molto più grandi; messa dentro la carne la cuociono accendendovi sotto le ossa delle vittime; se però non hanno un lebete essi mettono tutte le carni nel ventre delle vittime stesse, vi aggiungono acqua e accendono sotto le ossa, che bruciano benissimo; il ventre contiene facilmente le carni disossate e così il bue cuoce se stesso e altrettanto fanno gli altri animali. Quando la carne è cotta il sacrificante offre le primizie della carne e delle viscere e le butta in avanti. Vari sono gli animali che vengono sacrificati, ma soprattutto cavalli.

 

[64] Per quanto riguarda la guerra, hanno questi usi: quando uno scita abbatte il primo nemico ne beve il sangue; le teste di tutti quelli che egli abbia ucciso in battaglia le porta al re; portandogliele egli partecipa al bottino conquistato, altrimenti no. La testa viene scuoiata in questo modo: si taglia attorno a tondo lungo le orecchie, poi si afferra la testa e si strappa; si raschia la pelle con una costola di bue, poi la si ammorbidisce con le mani e così ben conciata la si tiene come un tovagliolo; ognuno l'appende alle briglie del cavallo da lui montato e se ne gloria, poiché chi ne ha di più è considerato un uomo valorosissimo. Molti di essi con le pelli si fanno anche mantelli per vestirsene, cucendole insieme come pellicce. Molti poi tolgono la pelle, e le unghie insieme, alla mano destra dei cadaveri dei nemici e ne fanno coperchi per le faretre; la pelle degli uomini par che sia spessa e lucente, forse la più bianca e lucente di tutte le pelli. Molti scuoiano anche il corpo intero, ne stendono la pelle su legni e la portano in giro sul cavallo.