PASTEUR (1822 -1895)

dal microscopio alla Legion d'onore

 

È dall'osservazione dei cristalli di acido tartarico (sottoprodotto della fermentazione del vino) che inizia il paziente lavoro di ricerca del chimico Pasteur, che lo porterà ad occuparsi prima di fermentazioni (vino e birra) e successivamente di infezioni (a partire da quella che decimava le culture del "baco da seta", al "colera dei polli", ma anche di quelle umane: il "carbonchio", il "vibrione delle setticemie", la "rabbia"). 

Ognuna delle sue scoperte sarà il risultato, oltre che di geniali intuizioni, di prolungati lavori di sperimentazione, resi possibili da una "tenacia" ereditata  dal padre, ex soldato napoleonico.

Ormai affermato , in occasione della posa di una targa a ricordo della sua nascita sul muro della casa paterna (27 dicembre 1883) pronuncerà la seguente dichiarazione:

"è a mio padre che devo la tenacia nel condurre il lavoro che deve essere fatto giorno per giorno. Non solo aveva le qualità della perseveranza indispensabile per una vita utile, ma anche l'ammirazione per gli uomini grandi e le grandi imprese"

Colpito da ictus con paresi sinistra a soli 46 anni, gli verrà riconosciuto un vitalizio di 12.000 franchi all'anno, pari allo stipendio di professore alla Sorbona cui doveva rinunciare. La sua attività di ricerca continuerà senza mai indulgere all'handicap fino agli ultimi anni della sua vita. Insignito di numerose onorificenze, tra cui la "Legion d'Onore" concessa per un vaccino ottenuto contro il carbonchio che affligge il bestiame francese (1883), muore nel 1895 a seguito dell'ennesimo ictus.

 

La monografia non trascura di presentare anche i lati negativi del carattere di Pasteur, venuti alla luce solo recentemente dopo la consultazione dei manoscritti tenuti segreti per sua volontà fino al 1970.

Presuntuoso e autoritario, non sono pochi gli episodi citati che ne attestano le debolezze. Per tutti ricordiamo i due seguenti:

Studente, inviava alla famiglia una lettera dove si legge:

"Vi invio questo dizionario. Io, come potete immaginare, non ne ho bisogno, ma è sempre utile avere un dizionario in casa."

Nel 1857, nominato amministratore e direttore scientifico dell'Ecole normale superiore di Parigi, è protagonista di quella che verrà ricordata come "la rivolta dei fagioli".

Reagendo al rifiuto di alcuni ragazzi di mangiare lo stufato di montone, andò su tutte le furie e disse che il lunedì seguente sarebbe stato servito lo stesso piatto. Così fu, ma quasi tutti i ragazzi rifiutarono il cibo. Tutti furono puniti e alla fine 73 allievi su 80 lasciarono la scuola. Solo l'intervento del ministro li convinse a restare.

Naturalmente i meriti scientifici di Pasteur non sono sminuiti dai lati meno simpatici del carattere, che possono affliggere uno scienziato non meno degli umani suoi simili.