FERMI (1901 -1954)

un fisico da via Panisperna all'America

 

Autodidatta sia al liceo, sia all'università, al secondo anno di fisica a Pisa (19 anni) gli fu chiesto di tenere una serie di conferenze sulla teoria dei quanti per professori e assistenti.

In Italia le teorie di Bohr e delle nuova "fisica atomica" erano ancora sconosciute e le sue conoscenze erano il risultato di un interessamento unicamente personale.

Il direttore Puccianti del laboratorio di fisica dell'università di Pisa concede a lui e ad altri due studenti libero accesso al laboratorio e le chiavi della biblioteca e degli armadi dove erano conservati i pochi strumenti disponibili. Il trio, sotto la guida di Fermi, esegue esperimenti utilizzando i materiali esistenti per fabbricarsi gli strumenti necessari (non potendo ovviamente disporre di finanziamenti).

Dopo la laurea viene accolto all'università di Roma dal prof. Mario Corbino, direttore dell'istituto di fisica di via Panisperna che ne apprezza il valore e gli fa vincere una borsa di perfezionamento presso l'istituto diretto da Max Born a Gottinga. Inizia così una carriera scientifica che lo vedrà protagonista al congresso di fisica di Como (1927) in occasione del centenario della morte di Alessandro Volta, alla presenza di tutti i maggiori scienziati del tempo (presenti una mezza dozzina di premi Nobel e tutti i grandi artefici della fisica quantistica, da Max Planck a Niels Bohr, da Arnold Sommerfeld a Wolfgang Pauli a Werner Heisemberg).

In un crescendo di successi (di particolare rilevanza il ruolo dei neutroni lenti nelle reazioni nucleari) la produzione scientifica di Fermi gli varrà importanti riconoscimenti accademici fino alla promulgazione delle leggi razziali, a seguito delle quali viene criticato per aver sposato una donna ebrea. Il suo progetto per la realizzazione di un ciclotrone per lo studio del nucleo atomico non viene finanziato. Ottenuto il premio Nobel riesce non senza difficoltà, e solo dopo personale intevento di Mussolini, a recarsi a Stoccolma (6 dicembre 1938) per ricevere il premio e successivamente a imbarcarsi per l'America (24 dicembre 1938) dove è invitato a tenere un ciclo di conferenze.

In America Fermi arriva il 2 gennaio 1939 e chiede come prima cosa di vedere il ciclotrone di cui gli era stato rifiutato il finanziamento in Italia. Bohr era pure in America per una serie di conferenze alla Columbia University e rivelò che in Europa era stata scoperta la fissione nucleare.

Molti fisici in quel momento si resero conto della possibilità di un utilizzo militare dell'energia atomica e che, nell'imminenza di una guerra mondiale, potesse essere realizzata dai nazisti per primi.

Dopo i primi risultati ottenuti con il ciclotrone l'idea di informare il Governo americano delle implicazioni belliche della "reazione a catena" fu di due stranieri: l'italiano Fermi e l'ungherese Szilard. Il 16 marzo l'americano Pegram scrisse all'Ammiraglio Hooper a Washington precisando

"il professor Fermi sarà lieto di fornirle maggiori precisazioni sullo stato attuale delle conoscenze in questo campo. [...] Nel settore della fisica nucleare nessuno può vantare una competenza superiore a quella del prof. Enrico Fermi, arrivato di recente nel nostro Paese, dove intende stabilirsi definitivamente"

Con investimenti governativi che aumentavano man mano che gli esperimenti confermavano le spettative (lo stesso Einstein era intervenuto presso Roosevelt in favore del progetto), nel 1942 ingegneri e tecnici dedicati alla ricerca erano diventati migliaia. Le consegne di grandi quantità di grafite purissima e di ossido di uranio crescevano di giorno in giorno. In ottobre Fermi valutò che era stata raggiunta la quantità sufficiente di grafite per costruire la "pila": 210 tonnellate.

Si diede inizio alla costruzione della Pila. Fermi controllava la successione dei lavori calcolando ad ogni nuovo strato la quantità di materiale che occorreva ancora aggiungere. Il cinquantaseiesimo avrebbe reso critica la pila. L'esito positivo diede il via ad ulteriori enormi investimenti per la realizzazione della bomba.

Nel frattempo giungevano le notizie delle persecuzioni in Europa contro i parenti ebrei di Fermi, Segre e altri fisici europei riparati in America.

Il ministro della difesa Groves affida a Robert Oppenheimer la direzione del laboratorio di Los Alamos per la fabbricazione della bomba. Fermi vi si trasferisce. Così Segrè ricorda la funzione di Fermi a Los Alamos

"Fermi funzionava come una specie di oracolo a cui ogni fisico con problemi difficili poteva rivolgersi e spesso ricevere aiuto. Le questioni erano di tutti i generi, Quando si trasferì a Los Alamos, per dargli un titolo ufficiale Oppenheimer lo nominò direttore aggiunto del laboratorio e creò una divisione, la "divisione F" (dove F sta per Fermi), che pose sotto la sua giurisdizione. La divisione F doveva affrontare I problemi che non erano di competenza di alcuna delle altre divisioni. il compito più importante espletato da Fermi era però quello di consigliere di tutti i bisognosi.

Il 16 luglio 1945 ad Alamogordo si sperimenta con successo la prima boma atomica..

In Europa la guerra era già finita, ma continuava con il Giappone, contro il quale vennero sganciate le bombe a Nagasaki e Hiroshima.

Malgrado la spinta alla costruzione della bomba fosse nata dal timore che i nazisti vi arrivassero per primi, questi furono sconfitti con armamento tradizionale. Contro il Giappone venne usata per evitare che il prolungamento costasse la vita ad altri soldati americani.

Mai più i gerarchi fascisti avrebbero immaginato che l'uomo da loro emarginato perchè "impuro" avrebbe portato in terra americana il frutto dell'ingegno capace di fermare la loro prepotenza.

Fermi muore a Chicago all'età di soli 53 anni per un "tumore maligno inoperabile allo stomaco", poche settimane dopo un intervento chirurgico.

 

         

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