COPERNICO (1473 -1543)

un rivoluzionario prudente

 

Da 2000 anni l'astronomia era ferma alle comode rappresentazioni tolemaiche, con la Terra al centro dell'Universo e attorno gli astri che ruotavano all'interno di sfere concentriche.

Per far quadrare le incongruenze che derivavano dall'osservazione che invece deponeva per un sistema eliocentrico, con la Terra che ruota attorno a se stessa e attorno al Sole (Aristarco 305 a.c.), Tolomeo aveva inventato schemi interpretativi che facevano corrispondere le previsioni astronomiche, ciascuna presa isolatamente, ma erano in contraddizione l'una con l'altra. Questo il commento di Copernico:

"è come se nei suoi dipinti un artista dovesse mettere insieme mani. piedi, testa e altre parti del corpo presi da modelli differenti. Magari ogni parte sarebbe raffigurata magnificamente, di per sè, ma senza una comune relazione con un singolo corpo. Dal momento che le diverse parti non corrisponderebbero in alcun modo, il risultato sarebbe un mostro e non una figura umana"

Dedicando la propria esistenza all'osservazione astronomica,  arrivò alle sue "rivoluzionarie" conclusioni evitando i rischi a cui si esposero successivamente Giordano Bruno (arso vivo) e Galileo Galilei (si salvò dichiarando che le sue tesi non avevano alcune presunzione di essere vere).

Tra le misure prudenziali, oltre a quella di evitare scontri con la "dottrina ufficiale" una dedica al Papa del "De Revolutionibus" con le parole

"mi rendo conto, o Padre Santissimo, che non appena alcuni saranno venuti a conoscenza del fatto... che io attribuisco certi movimenti al globo terrestre...."

E ancora si premurò di stampare sul frontespizio del libro

"qui non si entra senza una conoscenza della geometria"

Il manoscritto del "De Revolutionibus" è sopravvissuto, e un'analisi della carta utilizzata conferma che vi lavorò per tre decenni, dal 1512 al 1542 (un anno prima della morte). E non sarebbe mai stato pubblicato, se non fosse stato per iniziativa di un giovane matematico nato nel 1514 soprannominato "Retico", che venuto a conoscenza dei suoi studi lo incontrò nel 1539 e ne pubblicò un resoconto dal titolo "narratio prima".

Una prudenza che troverà piena giusticazione nelle controverse vicende di chi volle proseguire la sua avventura nel campo dell'astronomia.